Andromeda Heights

Faccio una doverosa premessa: questo è il primo libro di una tetralogia, che spero di poter leggere quanto prima, terminata quest’anno in Giappone. Ed è anche vero che si tratta di un romanzo di formazione, romanzo in cui l’autrice descrive il passaggio dall’adolescenza ma a mio avviso certe recensioni che ho letto sono state fatte da persone che hanno mancato totalmente il punto della storia. E’ una storia molto giapponese, che gronda di rispetto per la natura e per quello che sa comunicare agli esseri umani, se questi sono disposti ad ascoltarla.
La storia è abbastanza semplice: Shizukuishi è una ragazzina che ha sempre vissuto in montagna con una nonna guaritrice. C’è una forza quieta in questa donna che si fa tramite tra la natura e le persone. Guarisce chi le chiede aiuto attraverso i suoi thé, composti da erbe raccolte ed essicate nella stagione giusta, al momento e nella quantità giusta. Non sempre riesce a guarire le persone, quella nonnina comprende i limiti del suo dono e quando si trova di fronte a casi incurabili, fa in modo da alleviare le sofferenze del corpo ma soprattutto dell’anima. Non vuole niente per quello che fa e ride in faccia a chi vorrebbe lucrare sul suo dono. La nipote le è sempre stata accanto, non le è mai pesata la solitudine finché era presente sua nonna e la Natura con il suo linguaggio. Nonostante il fatto che  entrambe amino vivere a stretto contatto con la natura, non vuol dire che evitino la tecnologia. Grazie al dono di uno dei pazienti, ricevono un computer che diventa la finestra sul mondo per la nonna. I cambiamenti sono inevitabili. La nonna conosce un uomo maltese online e se ne innamora. Decide di trasferire la sua attività a Malta, lasciando sola la nipote. Nello stesso tempo entrambe sentono che qualcosa nell’equilibrio delle loro amate montagne è andata perduta ed è tempo per la ragazzina di affrontare il mondo della città. Cerca di trovare il suo posto nel mondo, continuando a fare quello che ha sempre fatto. Lavora in una erboristeria ma non è la stessa cosa. E a casa coltiva la sua passione per i cactus che è stata tramandata dalla nonna. Nonostante sia di indole schiva e introversa, Shizukuishi è una persona positiva, solare, incapace di provare rancore. La nonna le ha insegnato quanto sia prezioso non portare rancore, non indugiare in cattivi pensieri perché inquinano per primi noi stessi. E questa sua solarità si riflette su ogni persona che lei incontra. Ogni giorno va a mangiare ad una locanda a conduzione familiare i cui gestori, ben presto, si affezionano a quella ragazzina dall’animo dolce e riservato. Quando lei confida a quella coppia, che ormai per lei sono come il padre e la madre che non ha mai avuto, che il lavoro di erborista non le permette di mantenersi, questi prontamente le dicono che un famoso sensitivo della città sta cercando una assistente ma che non ha mai trovato quella giusta. E’ un incontro di anime quella tra Shizukuishi e il suo datore di lavoro Kaede, tra due spiriti affini che possiedono una visione del mondo e della realtà diversa da quella comune. Kaede ha problemi alla vista e ha bisogno di una persona che trascriva le sue parole perché queste prendano la forma di un libro. Quello che si instaurerà tra loro è una relazione d’amore puro, come quella tra due compagni di gioco, due bambini incontrati in estate che condividono le vacanze insieme. E’ diversa dall’amore adulto che la protagonista troverà con un uomo che lavora allo zoo come curatore di cactus.
E Shizukuishi scoprirà anch’essa di avere un dono, sarà proprio Kaede a farglielo notare.
E nell’evento finale del libro, che non vi svelo per non rovinare il piacere della lettura, ho letto una sorta di catarsi per questa ragazzina ormai donna.
E’ per storie come queste che io adoro Banana Yoshimoto. Perché racconta le cose con una leggerezza davvero invidiabile, anche quando descrive scene pesanti. E’ una scrittrice dell’anima, non è per tutti, me ne rendo perfettamente conto.
I suoi racconti sono fatti per essere letti quando si ha bisogno di evadere e di farsi riscaldare da storie semplici. Eppure ci sono così tanti spunti di riflessione, volendo. Consigliato alle anime sensibili.

2 Risposte a “Andromeda Heights”

  1. Prima o poi lo prendo questo libro perché adoro lo stile della Yoshimoto e vi riconosco anche io qualcosa di Miyazaki.Una bella recensione che pare aver colto i punti essenziali del libro e della sua protagonista, del suo passaggio tra adolescenza e vita adulta.Mi ha fatto pensare un po' anche alla ragazza che saltava nel tempo.Mi ispira molto il rapporto tra nonna e nipote e quello tra quest'ultima e Kaede

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