And I’ll scratch yours

Vi avevo parlato di Scratch my back come di un operazione di scambio brani ora vi parlo dell’altra parte ossia vari artisti che fanno cover di Peter Gabriel. E dato che non ho intenzione di pubblicare questo scritto da nessun altra parte tranne che in questo blog dirò esattamente cosa penso delle cover in maniera colorita e senza peli sulla lingua.

1. I don’t remember David Byrne. La cosa che non capisco è perchè debba cantare per forza in falsetto. Musicalmente non sarebbe male, sembra un brano dei Talking Heads, e ci può anche stare. Caruccia la coda finale.
2. Come Talk to me Bon Iver. Ora io sono di parte, adoro questo artista. Inoltre il brano originale sta in uno dei dischi di Peter Gabriel che amo di meno. La cover è stupenda, una versione capace di aprirti il cuore e farti sorridere da quanto è bella. Lo ammetto candidamente: per me è anche più bella dell’originale che sta su Us. Quella su disco. Perchè esisterebbe una versione di questo pezzo fatta da Gabriel che sarebbe molto meglio di quella cosa moscia che è finita su Us. Ma questa è un’altra storia.
3. Blood of Eden Regina Spektor Promossa. Una versione molto semplice, tranquilla e rilassata. Brano minimale che ricorda da vicino l’originale della colonna sonora del film Fino alla fine del mondo.
4. Not one of us Stephin Merritt Credo che una versione migliore e più personale di questa cover non si potesse trovare. Considerata l’epoca in cui Not one of us è stata creata direi che è perfetta. Molti ovviamente storceranno il naso ma a me piace davvero molto. E’ curioso: la versione originale se la ascolti sembra prodotta ora e la cover invece che è fatta ora sembra degli anni 80. Quando si dice cortocircuito temporale…
5. Shock The monkey Joseph Arthur Sentire questa cover è come vedere un vecchio film. Si porta addosso tutte le imperfezioni e i segni sulla pellicola. Ed è così che la vedo: come una bella signora che ha le sue rughe e il vestito con qualche piega di troppo. Ma non appena lei sorride si intravede tra le tracce del tempo passato l’antica bellezza.
6. Big Time Randy Newman Finisce l’incanto e ci troviamo in qualche locale per fighetti dove il pianista di turno suona la sua versione di pezzi famosi per intrattenere i clienti che stanno sorseggiando con piglio annoiato la bevanda cool del momento. Sinceramente potevamo anche farne a meno di questa cover. Brutta.
7.  Arcade Fire Games without frontiers. Ero pronta a massacrarli solo per aver osato avvicinarsi a un brano del Sommo. In realtà trovo che abbiano fatto una cover personale e rispettosa dello spirito originario del pezzo.
8. Elbow Mercy Street. Lo stesso Garvey, voce solista del gruppo, ha affermato: “Ho tentato disperatamente di non farla come quella di Peter Gabriel, fallendo miseramente.” Adoro gli Elbow e adoro la voce di Guy Garvey. La cover? Non si discosta molto dall’originale,  effettivamente. Però nonostante tutto non me la sento di bocciarla. Perchè è bella, è fatta bene, e lui ha una gran bella voce. Promossa a pieni voti anche solo per la candida ammissione di colpa, ammesso che colpa ci sia nell’amare tanto un artista.
9. Brian Eno Mother of Violence Sono indecisa. Nel senso non riesco a capire se è una cover orribile oppure è talmente stravolta che devo fare come ho fatto per la cover di Street Spirit: dimenticarmi il pezzo originale e ascoltare solo quello che mi dicono le orecchie. Il problema è che come pezzo in se non funziona tantissimo. Perchè? Perchè hai deciso questa strada? Non lo capiremo mai.
10 Feist feat. Timber Timbre Don’t give up. Mi piace questa versione a parti invertite. Sorrido perchè mi riporta alla mente un ricordo personale. Mi piace molto che abbia deciso di asciugarla totalmente e ridurla musicalmente all’osso con le voci in evidenza. Molto bella la voce maschile considerato il fatto che non ha una parte facile da cantare. Promossa a pieni voti.
11 Lou Reed Solsbury Hill.  Magnifica. Sorrido ancora prima di sentirlo cantare. Lou Reed ha preso un pezzo, l’ha stravolto, l’ha reso personale e funziona al contrario della versione di Brian Eno. Funziona perfettamente. Diavolo di un Lou Reed.
12 Paul Simon Biko. Brano fatto con la chitarrina senza infamia e senza lode.

Ho due rimpianti per questo disco: non aver potuto sentire cosa avrebbe scelto e soprattutto come sarebbe venuto un brano qualsiasi fatto da David Bowie e sentire i Radiohead alle prese con Wallflower. L’ho recensito giusto perchè ogni storia deve essere raccontata dall’inizio alla fine. E ora speriamo che Peter Gabriel si decida a fare il suo disco di inediti. Presto che qui si sente decisamente la sua mancanza. Messaggio per Peter Gabriel: la prossima volta che non sai dove sbattere la testa per fare una copertina decente fammi un fischio. Lavorerei anche gratis ma sta pur sicuro che questa grafica dilettante riuscirebbe a fare un’opera migliore di quello schifo che hai messo come copertina del disco. Fidati.

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