Amnesiac

Ok lo so, è un disco vecchio ma ho scritto questa recensione per un gioco su un forum e ho pensato che fosse un peccato non riportarlo qui.
E’ una vita e mezza che non sento Amnesiac ma l’effetto che fa è sempre uguale.
Straniante con quell’incipit stile gamelan urbano e Yorke che canta “After years of waiting. Nothing came.” Dopo la tempesta di Kid A, un album che ha fatto tabula rasa non solo di molti fan ma anche di critica e di percorso musicale, i Radiohead arrivano con Amnesiac. Si riparte da capo ma con una nuova consapevolezza: non a caso si sente dire “I’m a reasonable man, get off my case.” Immagino che molti abbiano accusato i Radiohead, e Tom Yorke stesso di essersi bevuto il cervello, di aver fatto un suicidio commerciale e cose di questo tipo. No. Non è questo. E’ molto di più. I Radiohead sono un ente vivo e pulsante in piena evoluzione. Ormai quello che è stato nel passato non esiste più.
Pyramid song è stata direttamente ispirata da un sogno di Tom Yorke che si è visto galleggiare nel fiume, come stesso dirà nella canzone. E’ un brano di una bellezza sfolgorante, devastante nella sua intensità. Ti entra nel cuore e nell’anima. E quel “There’s nothing  to fear nothing to hide” è toccante, commovente. Tutti noi, tutte le creature piene di ogni paura e senso di colpa che possa venirci inculcata sin da quando nasciamo, prima o poi desideriamo sentirci dire: “Non c’è nulla da nascondere e niente di cui avere paura…”
Dopo la poesia la dissonanza rappresentata da Pulk-Pull Revolving Dors. La voce è nascosta dal vocoder ed è costellata di rumori campionati e suoni che vanno e vengono.
You and Whose Army è un brano dall’atmosfera che si trascina stanca, sfiduciata. Ho sempre voluto immaginarla come il canto di un uomo che è stanco delle guerre. Di tutte le guerre: sia quelle grandi combattute a furia di bombe e armi varie, sia quelle piccole che si svolgono tra persone meschine che vogliono prevaricare e importi la propria visione del mondo. L’apertura finale del brano è un volo di speranza.
I might be wrong è un bel brano dall’incedere forte, energico. Forse è il primo rimando serio del gruppo alla loro musicalità del passato con nuovi elementi. Ricordate quando all’inizio ho detto che qualcuno li ha accusati di essersi bevuti il cervello? I might be wrong è la risposta. Loro stanno cercando un via, sia musicale, sia con i testi, per essere unici per non copiare se stessi. Questo brano è la risposta a tutti gli interrogativi. E’ ancora tutto in versione embrionale ma… something’s moving. Lo stesso vale per Knives out che riecheggia neanche troppo in maniera velata la musicalità di Ok computer e, per la precisione, Paranoid Android.
Morning Bell è una versione diversa dello stesso brano che c’è su Kid A. Se quella del disco precedente era più rarefatto, questa versione lo è meno. E’ più fisica, più palpabile. A me piace più quella di Kid A ma non posso dire di certo che questa è brutta, anzi.
Dollars and Cents con la sua ritmica sbilenca è un grido  di dolore per la desolazione del mondo. C’è nel testo un battibecco tra chi chiede di tacere e non svelare pesanti verità e chi invece vorrebbe rivelare cosa c’è che non va. La voce di Tom York si sente forte e chiara, non è filtrata da nessun vocoder. Deve esserlo, il messaggio deve arrivare perché tutti possano sentire.
Hunting bears è un intermezzo strumentale molto intenso che serve per prepararci alla fine del disco e a Like Spinning Plates il brano più intenso, assieme a Pyramid song, dell’intero Amnesiac. L’intero brano costruito come se fosse stato registrato e mandato al contrario che spiazza e lascia interdetto l’ascoltatore. E’ uno di quei brani che ti prendono e ti trasportano in un altro pianeta. Quando arriva questo brano tutto cessa di esistere. Non ci sono più rumori, nè le pareti che circondano la stanza in cui ti trovi, non senti più fisicamente il tuo stesso corpo. La tua coscienza è altrove… and this just feels like spinning plates….
Life in the glasshouse è il commiato perfetto per il disco. Sembra una vecchia ballata di quelle che si suonavano anni fa nei locali di New Orleans.
Definisco Kid A e Amnesiac i due weird twins. Entrambi concepiti con la stessa motivazione: la ricerca del nuovo, di una nuova identità musicale per il gruppo.
Con il senno di poi posso dire che è stato giusto. Se non l’avessero fatto i Radiohead sarebberò diventati una edlle tante band che si trascinano stanche prive di identità a scopiazzare se stesse.

I’m a reasonable man, get off my case…

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