Boston 279, Tremont Street,.
Tutti gli sguardi si concentrarono su Walter.
– Oh capisco. Per Olivia e per me non sarà difficile mantenere il segreto su quanto abbiamo trovato ma immagino che per lui sarà un problema.
– Figliolo perchè mi sottovaluti sempre? Ne sono capace anche io. Agente Broyles ha la mia parola.
Broyles annuì scuro in volto.
Weyn Molja aveva cominciato il suo primo giro di corsa notturna. Il percorso che aveva studiato era sicuro, attraversava vie illuminate come se fosse giorno. Era talmente immerso nella sua musica che non si accorse che qualcuno lo stava seguendo alla distanza.
Qualcuno che stava ridendo dei suoi tentativi di anelare a un fisico perfetto. La perfezione è un dono del cielo, non qualcosa che si ottiene correndo. La si deve ricercare nelle proporzioni, nelle ossa, nell’animo. Questi falsi nuovi dei estetici non possono comprendere. Guardò di nuovo la Luna, lei era la sua sola confidente, lei capiva cosa lui stesse cercando di dire. E aveva appena trovato il suo sole in quella Dea dai capelli biondi. Doveva essere tutto perfetto. L’uomo si avvicinò senza fare rumore. Il vantaggio di vivere in una grande città è che puoi agire indisturbato…
L’inomani mattina la Fringe Division venne convocata su una scena del crimine. La tensione era palpabile, si poteva tagliare con un coltello. Olivia temeva che si potesse trattare dell’emulo dell’artista, un serial killer che lei stessa aveva ucciso. L’assassino si era preso il suo tempo per allestire la scena. Diversamente dall’ultima volta l’uomo giaceva per terra, vicino al cassonetto della spazzatura con il suo tablet in mano e il cervello liquefatto. Avevano avuto già a che fare con quel caso, Olivia non poteva dimenticarlo dato che la sua amata nipotina Ella aveva rischiato di ritrovarsi con il cervello sciolto. Olivia guardò i resti della vittima e provò una rabbia infinita. Avrebbe trovato quel bastardo che stava puntando il dito sulla Fringe Division e l’avrebbe fatto pentire. Si trattava di una questione personale.
– Avete trovato il terminale su cui è arrivato il messaggio?
– Pare che sia arrivato direttamente sul suo tablet, rispose Peter inquieto. – Olivia questo bastardo sta cercando di incastrarci, te ne rendi conto?
La donna gli rivolse uno sguardo rabbioso e annuì.
Ancora una volta un uomo in mezzo alla folla stava guardando. Era sempre più vicino alla perfezione e la dimostrazione di questo era che per la seconda volta, la Dea aveva ammirato la sua opera. Subito dopo li vide e rabbrividì. Finalmente li aveva trovati. Ben presto avrebbe fatto saggiare il sapore della sua vendetta.
Tutta la squadra Fringe era stata allertata per un attentato in un locale di un centro commerciale. Prima che loro potessero agire, il CDC aveva già fatto i suoi rilevamenti senza riuscire a determinare la causa di quel massacro. Olivia era arrivata prima di tutti e stava girando tra le vittime con uno sguardo visivamente sconvolto. Walter e Peter si scambiarono un cenno di intesa: entrambi erano stupiti per la reazione della donna. Subito dopo Walter impallidì e, con un movimento perentorio, sbarrò la strada al figlio.
– Si può sapere che diavolo stai facendo Walter? Non abbiamo tempo per i tuoi…
– Non posso rischiare di perderti di nuovo, figliolo.
Peter visibilmente seccato: – Di che stai blaterando?
Un agente del CDC si avvicinò ai due e squadrando da capo a piedi il giovane disse: – Qualunque fosse l’agente patogeno che ha attaccato questi uomini ora non c’è più. Potete entrare.
Peter annuì, fece un passo dentro il locale e, nuovamente Walter gli sbarrò la strada, insolitamente nervoso – Peter non potresti aspettare fuori? Non mi fido di quell’agente, voglio controllare di persona.
– Walter si può sapere che diavolo… Fu allora che lo vide e si bloccò all’istante.
Da lontano l’assassino si stava gustando la scena con un sorriso soddisfatto. Aveva rischiato molto questa volta ma il messaggio doveva arrivare forte e chiaro. Da quando era riuscito a trovarli, li aveva seguiti meticolosamente, e aveva fotografato l’uomo ovunque andasse. Sapeva tutto di lui ormai, dei suoi legami con la malavita non violenta di Boston, sapeva che quest’uomo aveva nemici di cui avrebbe potuto servirsi. Un vero artista compie le sue opere in perfetta solitudine. Aveva scattato una foto e l’aveva sviluppata in un capannone abbandonato ai margini di Boston. Tutto questo per godersi l’espressione di genuino terrore dipinto sul volto di Peter Bishop, l’espressione che stava vedendo in quel momento.
– Walter, passami un guanto per favore, non voglio che nessuno pensi che stia inquinando le prove. Era rimasto paralizzato di fronte alla foto appesa sulla lavagnetta dove, solitamente, erano scritte le pietanze del giorno. Al loro posto una scritta: “Sei il prossimo”.
Ora aveva compreso lo sgomento di Olivia mentre si aggirava tra le vittime e il tentativo di Walter di sbarrargli la strada. Sarebbe morto anche lui se si fosse trovato quel locale.Un lungo brivido gli corse attraverso la spina dorsale. Chi poteva odiarlo a quel punto? Big Eddie non era così raffinato, lui eseguiva la sua resa dei conti in modo più tradizionale. Chi sei? La rabbia cominciò a farsi strada dentro il giovane Bishop. Strinse i pugni per cercare di calmarsi, inutilmente. Olivia gli si avvicinò. – Ora sappiamo il perchè dei Fringe Event e chi è il vero bersaglio di questo bastardo. E’ una questione personale ora, Olivia. Se pensava di mettermi paura, si sbaglia di grosso. Ha scelto di mettersi contro la persona sbagliata.
La donna gli posò una mano sulla spalla cercando di rincuorarlo, inutilmente. Dentro di seera inquieta ed era sicura che Peter si stesse facendo delle domande molto simile a quelle che lei stava pensando. Temeva che questa volta non sarebbe riuscito ad aiutarlo, aveva paura che, se non avesse agito sufficientemente in tempo, l’assassino avrebbe ottenuto ciò che voleva e lei non era disposta a perdere Peter.
Walter nel frattempo stava guardando il figlio preoccupato. Avrebbe voluto proteggerlo ma sapeva che Peter avrebbe fatto di testa sua come al solito. Ora che sapeva di essere il bersaglio di questo assassino niente l’avrebbe smosso dal trovarlo e affrontarlo di petto, esattamente come lui faceva qualsiasi cosa lo riguardasse. Non appena aveva visto quella lavagna aveva cerato di impedirgli a tutti i costi di vederla, inutilmente. Era terrorizzato, aveva paura di perderlo un’altra volta e non poteva. Non voleva, non dopo il viaggio che aveva fatto nell’altro universo per salvargli la vita. Un viaggio che gli era costato tanto ma che avrebbe rifatto mille volte. Doveva trovare quel killer prima di lui. Era l’unico modo per proteggerlo.
La storia della mia infanzia è stata travagliata per così dire. Non solo sono stato per tutto il tempo steso a letto, preda di una malattia di cui nemmeno ricordo il nome, ma sono stato seppellito ancora vivo. Il mio padre adottivo, o meglio la persona che fortunatamente ha sentito le mie urla disperate, ha aperto la bara e mi ha salvato la vita, mi ha raccontato un sacco di volte questa storia. Pensava che dato la mia seconda nascita avrei seguito le sue orme, per un sentimento di gratitudine. Alla fine non aveva tutti i torti. La sua arte era quella di seppellire la gente sotto terra e in un certo senso è quello che faccio anche io. Solo che non amo molto la sepoltura. Toglie il piacere di vedere la vita andarsene lentamente, il respiro che si fa corto, lo sguardo di puro terrore dipinto sulle vittime, la speranza che pian piano scema e si tramuta in rassegnazione. Sono questi i momenti in cui mi sento davvero il dio della creazione. E’ in questi momenti che la mia arte arriva al culmine e trova la vita per la sua espressione più pura. Finora però non mi ero preoccupato del pubblico, non avevo una musa ispiratrice come lei, la dea dagli occhi di smeraldo. Peccato che sia sempre accompagnato da quei due uomini che chiaramente non la meritano. Ho continuato a seguire le mosse di entrambi. Dottor Walter Bishop. definito l’Einstein dei suoi tempi. Qualcosa ti ha fatto impazzire, i sensi di colpa per non aver fatto tutto il possibile per salvare tuo figlio? E hai salvato il figlio di qualcun altro. Mi ci è voluto del tempo per capire il concetto, non appena ho potuto, ho letto tutti i testi possibili. Ero la prova vivente che le teorie sugli universi paralleli erano solide e reali. Quei libri sono stati di grande ispirazione per la mia arte o meglio, per la mia vendetta. Scusa se ti ho spaventato a morte ma dovevo avvertirlo. Ora so che mi darà la caccia, conosco tuo figlio, so che lo farà. Io aspetterò. Lui sarà il mio capolavoro. E finalmente mi riprenderò ciò che è sempre stato mio.
Mentre stava attendendo i risultati delle analisi sulle tracce trovate nel foglietto, Walter stava sbocconcellando l’ennesima ciambella. Era diventato insolitamente nervoso dopo che il serial killer aveva scritto quella minaccia sulla lavagna. Non poteva permettere che Peter morisse, non di nuovo e questo gli dava l’energia necessaria per continuare a lavorare per ore. Il suono del cicalino dell’apparecchio per le analisi lo distolse dai suoi foschi pensieri. Controllò personalmente i risultati e impallidì.
Peter poteva sentire il rumore del sangue montare sempre più forte, finchè non divenne insostenibile. In preda alla furia più totale tornò indietro alla macchina e bruciò il percorso che lo separava dalla casa dove lui viveva con Walter in breve tempo. Non lo preoccupava la possibilità di venir arrestato per eccesso di velocità. Quello non era più il suo mondo, lui non era mai stato di quell’universo. La sua intera vita era stata tutta un’immensa bugia sin dall’inizio. Doveva ringraziare Walter Bishop per questo.
Il giovane Bishop la strinse in un abbraccio disperato e sussurrò: – Mamma, sono tornato a casa finalmente.
FINE.
Epilogo:
Erano passati due anni da quando Peter aveva fatto ritorno al suo universo, lasciandosi alle spalle la follia e quanto era davvero avuto allora. Non era stato facile e, di tanto in tanto, aveva avuto diversi incubi. Grazie alle sue capacità era riuscito a trovare il suo posto nell’azienda del padre come consulente alla sicurezza e, con il suo aiuto, avevano approntato significative migliorie. Come ogni giorno il giovane stava fissando i monitor alla ricerca di qualsiasi anomalia.
– Buongiorno, capo.
Peter rivolse uno sguardo scettico all’uomo che era appena entrato.
– Quante volte ti devo dire che non amo essere chiamato capo, George?
L’uomo ricambiò lo sguardo sorridendo e rispose: – Sai che è la verità. Anche se non ti piace ammetterlo prima o poi erediterai tutta la baracca.Trovato nulla?
– No, tutto è come… un secondo.
Con la coda dell’occhio Peter vide uno strano movimento in uno dei monitor. Azionò il comunicatore e chiamò a raccolta diversi uomini.
– George, tu rimani qui, io raggiungo gli altri. Che nessuno si azzardi ad aprire il fuoco finchè non sono arrivato, intesi?
George annuì con decisione.
– Certo, puoi contarci, sto già diramando l’avviso.
Peter estrasse l’arma e cominciò a dirigersi verso il settore dove si trovavano gli altri. Non appena arrivò disse: – Aggiornatemi sulla situazione.
I suoi uomini stavano trattenendo a stento le risate e uno di loro disse: – Capo, per caso si è dimenticato di dirci che oggi era il suo compleanno? Poteva dircelo, avremmo potuto aiutare decisamente meglio sua moglie nei preparativi.
Il giovane Bishop guardò il ragazzo senza comprendere. Poi un’idea cominciò a formarsi nella mente quando venne lasciato passare. Non appena vide la donna disse: – Ciao Olivia. Spero che il viaggio non sia stato troppo faticoso per te. Ragazzi potete andare, cessato allarme.
Peter e Olivia uscirono dalla stanza accompagnati dalle leggere risate degli altri. Uno sussurrò: – Il capo è davvero un uomo fortunato.
Olivia sorrise sorniona e, con tono di voce molto basso disse: – Vedo che hai una squadra tutta tua, Bishop.
Peter ricambiò il sorriso e ribattè: – I privilegi di essere il figlio del grande capo.
Peter scortò Olivia in una grande stanza piena di monitor. A giudicare dall’aspetto doveva essere la sua personale postazione di lavoro. – Accomodati pure. So che sarai stanca ma c’è una persona che devo presentarti. Non mi perdonerebbe mai se sapesse che sei qui e non gliel’ho detto.
Le sue dita volarono sul visore per mettersi in contatto con sua moglie. La donna era concentrata sulla sintetizzazione di un composto e aveva chiaramente informato tutti che l’unica chiamata che voleva ricevere è quella di suo marito. Quando vide il numero dell’interno fece un sorriso dolce e rispose: – Non ce la fai proprio a stare lontano da me, vero amore?
– Scusami piccola non ti disturberei durante l’orario di lavoro ma si tratta di una questione importante. Una persona mi è venuta a trovare…
La donna spalancò gli occhi e balbettando disse: – E’ lei, Pete? La donna che ti ha salvato la vita?
Peter annuì.
– Arrivo subito.
– Cerca di non romperti… il giovane non fece in tempo a finire la frase che la donna chiuse la comunicazione. Peter fece un lungo sospiro. Olivia notò l’anello alla mano del giovane e disse: – Non ti facevo tipo da matrimonio.
L’uomo sorrise dolcemente e ribattè: – A dir la verità nemmeno io ma la mia vita si è rivoluzionata da quando sono arrivato qui. Non volevo che gli altri dicessero che fossi il classico figlio di papà quindi ho accettato il tuo consiglio e ho messo a frutto quello che ho imparato per migliorare il servizio di sicurezza. E’ così che l’ho conosciuta, lavora alla Bishop Dynamics anche lei. E devo avvertirti, Olivia, lei è…
Improvvisamente la porta dell’ufficio si aprì e una giovane donna dai capelli rossi, dall’incedere deciso e un sorriso sulle labbra entrò dentro.
Peter fece un mezzo sorriso e continuò la frase: – E’ il tuo doppio.
La bionda squadrò il suo doppio sconcertata ma non ebbe il tempo di reagire perchè venne travolta da un abbraccio.
– Hai salvato la vita del mio Peter, se non fosse stato per te non ci saremmo mai conosciuti. Grazie! E non è la sola cosa che ti devo ma non posso dirti tutto ora, purtroppo devo tornare al lavoro.
Staccandosi dal suo doppio la donna disse: – Mi raccomando, fai il bravo padrone di casa, Pete. Se vengo a sapere che non le hai offerto la nostra ospitalità… tu mi hai già visto quando sono arrabbiata, non penso debba aggiungere altro. Mia cara, è stato davvero un’onore conoscerti.
Peter alzò teatralmente gli occhi al cielo e disse: – Agli ordini capo.
Quando la donna uscì dalla stanza tra i due calò un silenzio pieno di imbarazzo. Olivia era rimasta frastornata e dentro di se sentiva viva la sensazione di aver perso un’occasione o forse, era una di quelle cose che nella sua vita non sarebbero mai accadute. Peter ruppe il silenzio dicendo: – Temo che qualsiasi cosa potrò dire ora ti sembrerà un insulto. Immagino che ti chiederai come mai, tra tutte le donne che potevo incontrare e sposare proprio il tuo doppio.
Olivia scosse la testa e disse: – No, Peter. In fondo noi due siamo stati solo colleghi di lavoro e niente più. Però se ti può consolare posso dirti che c’è qualcosa in ballo anche per me. Non un matrimonio ma… chissà. Inoltre io sono qui per riferirti una notizia che penso tu debba sapere di persona.
Peter annuì. – Ti ascolto.
Olivia prese un respiro per farsi coraggio. – Si tratta di Walter. Lui… lui non c’è più.
Lo sguardo del giovane Bishop si incupì. – Come…
– L’hanno trovato morto nel suo letto al Saint Claire. I medici hanno detto che si è trattato di un arresto cardiaco ma…
– Ma cosa?
– Nina mi ha detto che Walter non era più in se già alla fine della giornata in cui sei partito. Lei che lo conosceva bene aveva visto che era un uomo spezzato dentro.
Peter fece un sospiro. – Perdere un figlio due volte in quel modo e poi lui aveva investito così tanto su di me. Ora che la rabbia è passata… non sono mai stato un bastardo. Mi spiace che sia morto solo senza nessuno che gli volesse bene.
Olivia stupita sussurrò: – Sei davvero cambiato. Credo che il matrimonio ti abbia fatto bene.
– Grazie per avermi portato questa notizia di persona. Ora che hai intenzione di fare? Tornerai subito al tuo universo?
– L’intenzione è quella, Peter. Però non posso riaffrontare ora il ritorno, sarebbe troppo per il mio corpo. Per cui credo che accetterò il gentile invito di casa Bishop e mi riposerò.
Peter sorrise. – Bene, fammi sistemare un paio di cose e poi sono a tua completa disposizione.
Peter armeggiò di nuovo con il visore nel monitor. – George, ce la fate a stare senza di me per un pomeriggio? Ho delle questioni importanti da risolvere.
– Vai pure, Peter. Ti dico sempre che lavori troppo fai bene a staccare. E già che ci sei porta i miei saluti a tua moglie.
Peter sorrise. – Pronta per la mia umile dimora, Olivia?
La donna annuì. I due uscirono dall’ufficio sorridendo. Avevano così tante cose da dirsi. Due anni non potevano essere riassunti in poche parole…
Sai che è la prima volta che lo sento dire? No, quello raffigurato nel blend è Joshua Jackson protagonista di Fringe, serie tv di fantascienza, e tra poco anche nel cast di The affair.
Ma è Kiefer Sutherland o uno che gli somiglia terribilmente!?Bentrovata, Kri. Un abbraccio.