Sono stata nominata in una catena. Di solito io le odio ma anche questa è carina e quindi mi fa piacere farla. Domani ovviamente perchè per oggi ho di che parlare. Qualcuno da lassù mi sta impedendo di vedere Inland Empire. Sono due volte che tento di andarlo a vedere e, per un motivo o per l’altro, non ci riesco. So di avere un sacco di film in arretrato da vedere e quindi mi affido a questi. Ieri sera ho visto quello che vedete ritratto nella locandina. Si chiama V per Vendetta ed è un film che mi è piaciuto molto. Forse alla fine il cinema potrebbe anche salvarsi. La trama più o meno è questa: "In un’Inghilterra scampata alla guerra nucleare e oppressa da una dittatura poliziesca, una giovane donna, Evey viene salvata da un uomo dal volto coperto da una maschera. Il suo nome è V, vuole vendicarsi di coloro che l’hanno internato in un campo di concentramento e l’hanno sottoposto a crudeli esperimenti medici; inizia così la sua rivolta contro il potere, cercando di sollevare i suoi concittadini contro la tirannia. Scoperta la verità sul passato di V, Evey trova in sè stessa una nuova forza e diventa un’alleata nel piano dell’uomo per ristabilire la libertà." Oltre ai richiami a 1984 e al nazismo in tutte le sue orribili forme (dalla dittatura, all’odio verso i cosiddetti diversi, agli esperimenti scientifici e i morti gettati nelle fosse comuni) la mia mente in costante overdrive ci ha visto anche qualcosa sulla comunicazione e sul contatto tra le persone. Ci sono rimasta piuttosto male quando Evey tenta di togliere la maschera a V e non ci riesce perchè rispetta la richiesta, la supplica di V per non essere visto con il suo vero volto. E neanche nel punto finale, nel culmine della storia quella maschera viene a cadere. Ma c’è un passo che mi ha colpito più di tutti e ve lo voglio far leggere. Evey si trova imprigionata e l’unica cosa che la tiene viva, che la tiene cosciente nella sua prigionia è una lettera. Il passo finale di quello scritto è a dir poco toccante: "Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno. Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere. Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo." E’ il mio personale regalo a tutti voi. Se potete vedetevi questo film, ne vale la pena.<br />

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

3 Risposte a “”

  1. mia cara, quel film è profondo come pochi altri in questo periodo sembrano essere..riesce ad essere un filmettino per coloro che si limitano a godere di 2 ore senza pensare, così come può essere un messaggio molto importante per coloro che lo vogliono ascoltare, e che lo sanno recepire. Hai centrato un punto focale, per quanto riguarda la lettera (che mi fa scendere una lacrima ogni volta..). Ma, in ogni caso, il bello è che ciascuno è toccato da questo film in un modo differente, regala ad ogni spettatore un qualcosa che va a toccare quel centimetro.. 🙂

  2. Per me quella lettera rappresenta la parte più importante del film. Fa capire l’impatto che la politica del governo ha sulla gente, rappresenta “il motivo” che spinge a rifiutare una politica del genere e a ribellarsi.

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